L’Altopiano di Camuti è un luogo incantevole dove storia, natura e cultura siciliana si fondono armoniosamente. Qui, la bellezza del paesaggio svela testimonianze millenarie: dalla necropoli castellucciana, che racconta le antiche civiltà del Mediterraneo, ai palmenti delle masserie ottocentesche, simboli di una lunga tradizione agricola. Immerso tra il vulcano di Catallara e il Bosco di Marineo, questo territorio offre una natura incontaminata, intrecciata con il sapere e le tracce di chi vi ha abitato nel corso dei secoli. Camuti non è solo una terra da visitare, ma un’esperienza da vivere, tra bellezze naturali e una storia vibrante che si manifesta in ogni angolo, richiamando chiunque desideri riscoprire l’anima autentica della Sicilia.
La necropoli, risalente al periodo della cultura di Castelluccio (2200-1400 a.C.), è caratterizzata da un sistema di tombe a grotticella artificiale, scavate direttamente nelle pareti rocciose della collina. Le tombe presentano una conformazione ad anfiteatro, con più cavità distribuite lungo il pendio, un elemento che suggerisce un’organizzazione spaziale ben definita da parte delle antiche comunità che abitavano l’area.
Questa necropoli testimonia un forte legame tra il territorio e le sue comunità, che praticavano un culto dei morti legato probabilmente a riti ancestrali.
Gesualdo Bufalino
Nel cuore del territorio di Mineo, la contrada Donna Ragusa si svela come un dipinto naturale, dove il biancore della terra si intreccia armoniosamente con il verde degli ulivi e le tonalità intense delle coltivazioni. Le distese di vigneti e uliveti si alternano a lembi di macchia mediterranea, creando un mosaico di colori e profumi che cambiano con il passare delle ore.
All’imbrunire, il paesaggio si tinge di rosa: la luce calda del sole che cala accarezza le pietre, le foglie e i filari, trasformando la campagna in un panorama suggestivo e poetico. Qui, la natura racconta una storia antica, fatta di equilibrio tra uomo e terra, in un luogo dove il tempo sembra rallentare e la bellezza si manifesta in ogni sfumatura.
La contrada Donna Ragusa si affaccia con eleganza sulla storica Villa Santa Margherita, residenza estiva di Luigi Capuana, illustre scrittore e padre del Verismo. Situata sulla sommità di un costone roccioso, la villa domina un paesaggio suggestivo, dove la natura si dispiega in una scenografia armoniosa. Ai suoi piedi, la vallata si apre in un anfiteatro naturale di colline dolci, ricoperte da uliveti secolari e vigneti ordinati, che scendono gradualmente verso i campi coltivati a grano, lino, fave e sommacco, pianta tintoria tipica della Sicilia.
Questo ambiente rurale, con i suoi colori cangianti e il ritmo lento della vita contadina, ha profondamente influenzato l’opera di Capuana. Nei suoi Bozzetti siciliani, lo scrittore ha restituito con straordinaria sensibilità la bellezza e l’autenticità di questi luoghi, descrivendoli con minuzia e trasportando il lettore in una Sicilia sospesa tra tradizione e modernità. Ancora oggi, passeggiando tra questi campi e colline, è possibile ritrovare le atmosfere che tanto affascinarono il maestro del Verismo, dove la natura e la storia si fondono in un racconto senza tempo.
Luigi Capuana